GESÙ CRISTO, UNICO SALVATORE DEL MONDO, IERI, OGGI, SEMPRE
Perché il cristianesimo non è una religione, ma è Cristo, cioè una persona

Di don Graziano Borgonovo



Il cristianesimo, in sé, non è una concezione della realtà, non è un codice di precetti, non è una liturgia. Non è neppure uno slancio di solidarietà umana, nè una proposta di fraternità sociale. Anzi, il cristianesimo non è neanche una religione. È un avvenimento, un fatto. Un fatto che si compendia in una persona. Oggi si sente dire che in fondo tutte le religioni si equivalgono perché ognuna ha qualcosa di buono. Probabilmente è anche vero. Ma il cristianesimo, con questo, non c'entra. Perché il cristianesimo non è una religione, ma è Cristo. Cioè una persona."
(Cardinale Giacomo BIFFI, Arcivescovo di Bologna)


Questa assoluta originalità del cristianesimo è dovuta al fatto che - per richiamarci direttamente alle parole di Giovanni Paolo II contenute nella Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, con la quale è tracciato il cammino verso il 2000 per l'intera Chiesa Cattolica - in Cristo la pedagogia divina, iniziata con l'elezione di Israele, "raggiunge la sua meta: Egli infatti non si limita a parlare "a nome di Dio" come i profeti, ma è Dio stesso che parla nel suo Verbo eterno fatto carne. Tocchiamo qui il punto essenziale per cui il cristianesimo si differenzia dalle altre religioni, nelle quali s'è espressa sin dall'inizio la ricerca di Dio da parte dell'uomo. Nel cristianesimo l'avvio è dato dall'Incarnazione dei Verbo. Qui non è soltanto l'uomo a cercare Dio, ma è Dio che viene in Persona a parlare di sé all'uomo ed a mostrargli la via sulla quale è possibile raggiungerlo. È quanto proclama il Prologo dei Vangelo di Giovanni: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno dei Padre, lui lo ha rivelato" (1,18). Il Verbo Incarnato è dunque il compimento dell'anelito presente in tutte le religioni dell'umanità: questo compimento è opera di Dio e va al di là di ogni attesa umana. È mistero di grazia" (n. 6).

Che l'uomo possa cercare Dio è segno della dignità di cui Dio l'ha rivestito creandolo a propria immagine e somiglianza; che Dio possa cercare l'uomo facendosi uomo per redimerlo è l'Evento unico che connota il cristianesimo nella sua assoluta specificità. Prescindere da Gesù Cristo (o, che è lo stesso, pretendere di annullarlo mette, dolo tra parentesi nei discorsi "pubblici") per esaltare supposti "valori umani" da tutti potenzialmente ammissibili in vista della costruzione della città terrena, significherebbe ultimamente soprattutto per dei cristiani ricadere in forme di palese od occulto gnosticismo (perniciosa eresia filosofico religiosa diffusa nei primi secoli di cristianesimo e imbevuta di misticismo orientale).

Tornano alla mente le parole dello starets Giovanni ne Il racconto dell'Anticristo di Vladimir Soloviev. Di fronte all'Imperatore, figura dei potere dei mondo, bisognoso dei servigi della Chiesa per esercitare il suo pieno ed incontrastato dominio sugli uomini, e per ottenere i quali servigi è disposto a magnanime e benemerite concessioni (la più grande scuola di studi biblici mai esistita, ai protestanti; il più grande museo di archeologia cristiana per venerare le sante tradizioni, agli ortodossi; il compito di garantire "il giusto ordine spirituale, nonché quella disciplina morale indispensabile a tutti", ai cattolici), di fronte a simili lusinghe, dunque, lo starets risponde: "Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità ... Confessa, qui ed ora, davanti a noi, Gesù Cristo Figlio di Dio che si è incarnato, che è resuscitato e che verrà di nuovo; confessalo e noi ti accoglieremo con amore ...".

Tutto ciò che discende da Lui (anche il modo di concepire la realtà, dunque; anche l'adesione ai perennemente validi comandamenti di Dio; anche le forme liturgiche, nelle quali la Chiesa celebra la gloria di Cristo) acquista valore perché a Lui è ricondotto e della Sua Presenza si sostanzia. Con l'Incarnazione dei Figlio, Dio ha infatti pronunciato la Parola definitiva sul mondo e sulla storia degli uomini. La storia e il tempo continuano ora esattamente perché tutti giungano alla conoscenza dell'unico Mediatore tra Dio e gli uomini, dell'unico nome dato sotto il cielo perché gli uomini possano essere salvati (cfr. Atti 4,11-12). "Il tempo si è compiuto per il fatto stesso che Dio, con l'Incarnazione, si è calato dentro la storia dell'uomo. L'eternità è entrata nel tempo: quale "compimento" più grande di questo? Quale altro "compimento" sarebbe possibile? ... Da questo rapporto di Dio col tempo nasce il dovere di santificarlo" (Tertio millennio adveniente, nn. 9-10) .

Si comprende allora come il primo anno della fase preparatoria al grande Giubileo dei 2000 (il 1997, appunto, che abbiamo da poco iniziato) debba essere incentrato su Gesù Cristo, Colui che ha rivelato la vita trinitaria di Dio, l'unico Salvatore dei mondo. E "tutto dovrà mirare all'obiettivo prioritario dei Giubileo che è il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani" (n. 42). Perché, "se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? " (Mt 5,13).